macchiati, alto rendimento, Site-specific theatre, memoria territorio, storia glocale, storytelling, ponti tra culture, materiale montessoriano.
300 metri di memoria
Viaggio teatrale per raccontare il territorio
macchiati, alto rendimento, Site-specific theatre, memoria territorio, storia glocale, storytelling, ponti tra culture, materiale montessoriano.
Viaggio teatrale per raccontare il territorio
Raccontare che l’identità è un percorso ed esiste solo in relazione all’altro.
Possiamo immaginare che la cosa sia andata così…
Era il 1939. In un caldo pomeriggio, nella città di Madras in India, Maria Montessori parlava con un gruppo di bambini, all’ombra di un grande e vecchio albero di Banyan. Un bambino di circa dieci anni la interrompe, proclamando con orgoglio la superiorità della civiltà indiana, che è una delle più antiche del mondo. Dice che non sa cosa avrebbe mai da imparare da lei e dalla sua cultura, che è meno antica della sua, e che l’India non ha nulla da imparare dall’Occidente.
Sì, in effetti la civiltà indiana risale a 10.000 anni fa, mentre quella egiziana soltanto a 3.500 anni, e l’assiro-babilonese a 5.000 anni. Ma non dice altro.
Poi, forse sorseggiando il tè del pomeriggio, ripensa alle parole del bambino, e si chiede quale sia il modo migliore di rispondere. Gli operai della compagnia telefonica, stanno distendendo sulla strada lunghi cavi, che poi fissano ai pali. Li osserva e continua a bere il suo tè. Lei e suo figlio Mario, in India, lavoravano al piano di studi per i bambini delle elementari, ed avevano appena preparato le grandi lezioni cosmiche. Così le venne l’idea.
Con l’aiuto di una sarta locale, prepara una lunghissima striscia di stoffa nera, lunga 300 metri e larga 50 centimetri. Solo l’ultimo centimetro della striscia aveva un colore diverso: rosso. La striscia è arrotolata come una bobina attorno ad un bastone.
Aiutata da due insegnanti della scuola, mostra la striscia ai bambini.
Senza dire una parola, le due insegnanti cominciano a srotolare la striscia nera di stoffa lungo la strada, allontanandosi lentamente e tenendo in bastone tra di loro, in bicicletta. Maria Montessori e i bambini, incuriositi, le seguono. Anche i bambini del vicinato si aggiungono alla processione. Tutti chiedono: “Cos’è? A cosa serve?”, ma Maria Montessori, con molta tranquillità, risponde soltanto: “Aspettate, e vedrete”. Forse non dice nient’altro, fino alla fine della lunga striscia, quando appare la sorpresa: la sottile strisciolina rossa.
Poi dice: “Questa piccola strisciolina rossa rappresenta tutto il tempo che è trascorso dalla comparsa del primo essere umano sulla Terra. Tutta la parte nera è l’età della Terra”.
I bambini guardano indietro, vedono la lunga fascia scomparire in lontananza, e poi guardano di nuovo la piccola striscia rossa. Maria Montessori tiene tra le mani la piccola parte rossa, e forse sorride al bambino che le ha ispirato questa lezione.
In realtà non sappiamo cosa abbia detto, ma potrebbe proprio essere andata così.
Quando una nuova morale ispirerà alle generazioni future il sentimento dell’amore non più soltanto per la patria, ma per l’umanità intera, la base della fratellanza e della pace sarà costruita
“La fascia nera del tempo Montessori” è una striscia di stoffa nera lunga 300 metri che termina con un centimetro rosso.
Abbiamo realizzato questo materiale così come fu ideato, nelle sue dimensioni originali, nel 1939 da Maria Montessori in India.
Il materiale (oggi presente nelle scuole che si ispirano al metodo della pedagogista italiana nella sua versione più maneggiabile da 10, 30 o 50 metri) è uno strumento che viene presentato ai bambini all’interno del percorso di Educazione cosmica.